I viaggi di Sir John Mandeville
Ubicazione attuale:
The British Library, Londres. Add. Ms. 24189
Formato:
40 pagine di pergamena tinta di verde.
Lingua:
Latín. S. XV, 1400 circa. Bohemia.
Volume:
225x180mm
Illustrazioni:
28 miniature a tutta pagina. Capolavoro del gotico internazionale illuminato dallo stesso docente che ha illustrato il martirologio di Usuario di Gerona. Secondo la nota di Samuel Woodburn (1785-1853), è stato acquisito da ‘M. Pesch che a sua volta lo aveva comprato da un monaco romano, che ha affermato di averlo acquisito dalla Biblioteca Vaticana, da cui sono venuti dalla Spagna, poco dopo la conquista di Granada, come dono di Isabella la Cattolica Papa Alessandro VI, Borgia .
Sir John Mandeville figura come l’autore di uno dei libri di viaggi più diffusi dell’Età Media, se non il più diffuso. Solamente i viaggi di Marco Polo si equiparano a esso e solo nell’attualità si guadagnano la diffusione. Sir John Mandeville, uomo o meglio nome del secolo XIV, era un viaggiatore devoto e disinibido che raccontò meraviglie fantastiche come quella nella isola periférica di Donun (Andamán) c’è gente con grandi orecchie e gli arrivano alle ginocchia e altri emafroditi, in contrapposizione espone la sfericità della terra. Anche Marco Polo riferiva meraviglie non minori. I lontani paesi del Oriente erano popizi alle rarità di casa, secondo la mentalità europea dell’epoca. Se si cerca un esempio di opera favolosa e simaginaria si menzionano i suoi viaggi. Dai suoi autori non si sa mai quello che lui racconta. Era inglese, di Saint-Alban, en el 1322 è dovuto scappare per avere ucciso un uomo in duello partendo dall’Egitto. Il rimorso lo porta in Terra Santa la prima parte del suo libro è una descrizione del suo viaggio alla fase della vita di Gesù. Mentre era in viaggio verso l’Oriente, ha deciso di continuare verso est. Essere mercenario al servizio del sultano, poi la lotta contro i beduini. Dall’Egitto arrivò in Palestina, ha seguito la via della seta e ha visitato l’India, in Asia e in Cina. Ha servito per quindici anni nell’esercito del Gran Khan.
L’avventura è durata 34 anni. Al rientro in Europa visita Liegi, dove offre il manoscritto dei suoi viaggi al medico Juan de Bourgogne, che li rende il pubblici
Il diario del cavaliere inglese era in francese, e prima che gli storici di tendenza critica lo mettono in questione, proprio Giovanni di Borgogna stesso ha confessato sul letto di morte che era l’autore. Ben presto, il cavaliere inglese passa viaggiatore dalla viva immaginazione a personaggio inesistente anche non per questo il suo nome continuano a circolare in tutta Europa.
IL DUCA DI BERRY E ISABELLA LA CATTOLICA POSSEDEVANO L’ESEMPLARE
Il duca di Berry ha avuto un esteso diario di 594 pagine rilegate in un unico volume, conservato nella BNF, la signora P. 2810, che include il lavoro di Mandeville e Marco Polo tra gli altri diari di viaggio. (C’è un fac-simile della seconda parte del F.V.L 1995).
Allo stesso modo Isabella aveva la copia, come Cristoforo Colombo che lo portò dal libro letto nel suo viaggio verso il Nuovo Mondo e con l’intenzione di ottenere il sostegno finanziario della regina di cui Mandeville e le sue riflessioni nel suo libro sulla sfericità della Terra e la possibilità della sua circumnavigazione. Secondo la nota di Samuel Woodburn (1785-1853), in Add. La signora 24189, è stata acquisita a ‘M. Pesch ‘che a sua volta aveva comprato un monaco romano, che ha affermato di aver acquisito dalla Biblioteca Vaticana, dove sono venuti dalla Spagna, poco dopo la conquista di Granada, probabilmente come un dono di Isabella la Cattolica Papa Alessandro VI, Borgia, riconoscendo il titolo di Re Cattolici per Inter Caetera nel 1493.
Questo lavoro arriva in Spagna attraverso la Corona d’Aragona nel XIV secolo. La sua influenza si fa sentire nel Tirant lo Blanc de Joanot Martorell (citato nel Don Chisciotte di Cervantes, che nelle sue parole è stato il miglior libro del mondo), che dedica un capitolo al cavaliere Mandeville.
PERGAMENA ESCLUSIVA VERDE ILLUMINATA DAL MAESTRO DEL MARTINOLOGICO DI USUALDO
Il nostro manoscritto superbamente illuminato con 28 miniature a piena pagina, è del tutto singolare, essendo l’unico codice del mondo su pergamena tinta verde.I manoscritti su sfondo porpora o nero erano molto rari nella storia della illuminazione di libri, si conservano solo 10 esemplari di questo tipo. Il Add.Ms. 24189 della British Library ancora e più notevole e del tutto esclusivo per essere l’unico del mondo su fondo di pergamena tinto di verde. I manoscritti tinti ricorrono ad un processo di elaborazione più prolungato e erano considerevolmente più cari rispetto ai convenzionali. La pergamena è stato immerso in una soluzione per realizzare i colori desiderati e per la illuminazione si utiliza oro e lapislazzuli in abbondanza. Essi si destinavano sempre ai clienti più illustri, che hanno voluto i loro libri con un aspetto esclusivo, diverso dal solito, e lui ci è piaciuto come una caratteristica di una classe sociale in sé considerato come una élite estetica. I duchi di Borgogna ha mostrato preferenza per questo tipo di codici. Anche evidenziato nel manoscritto suoi blu elettrico spettacolari in cui lapislazzuli genuini e abbondante uso di foglia d’oro viene utilizzato e che meritavano di essere conosciuto come il Libro delle Meraviglie del Mondo e hanno influenzato Colombo e Tirant lo Blanc, tra gli altri. Si è riprodotta in più di 250 copie in dieci lingue e diffuso in tutto l’Occidente che la Terra era sferica.
Questo codice è stato concepito più come un’opera d’arte che come un libro, dal momento che nessun testo quasi, descrive solo alcuni dei protagonisti. Esso ha una particolare importanza alla luce del gotico internazionale per la sua esatta osservazione della natura e architettura, nonché la riproduzione delle mode del tempo.
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