Posizione attuale: Entrée d’Espagne, Biblioteca Nazionale Marciana. Signora Fr. Z21 (= 257).
Periodo / patrono: Padova, 1343 S.XIV. Luigi Gonzaga, duca di Mantova.
Dimensioni / estensione: 288x186mm 612 pagine di pergamena.
Illustrazioni: 407 illuminate con oro e argento spettacolari.
Rilegatura a mano: velluto di seta naturale a bordo.
Edizione facsimile: completa, limitata globalmente a 921 copie numerate e autenticate autenticate.
Volume di studi: 318 pagine. Contiene la traduzione del testo franco-italiano in spagnolo del Dr. Carlos Alvar e uno studio iconografico del Prof. Susy Marcon.
Opera principale della narrativa epica francese, La Canzone di Orlando o Chanson de Roland racconta la leggenda di questo cavaliere, nipote di Carlo Magno, che il 15 agosto 778 muore in un’imboscata attraversando Roncisvalle. Sebbene si siano verificati nel secolo VIII, gli eventi sono stati trasmessi oralmente fino al secolo XI quando vennero trascritti senza che potessimo conoscere il nome del loro autore.
Inoltre, l’impronta del coraggioso paladino è incisa sulle stesse pietre che, lungo il Cammino di Santiago, hanno assistito alla battaglia, prendendo i nomi di Poyo Roldán o di Piedras de Roldán, giunte fino a oggi.
Oltre ai manoscritti, le gesta di Orlando si rintracciano anche su altri elementi, come su un capitello della città di Estella, dove è raffigurato il combattimento del cavaliere, lancia in resta, contro il gigante Ferragut.
Sebbene la Vita Karoli e il Codex Calixtinus siano altre fonti che fanno riferimento a questi eventi, in realtà i dati più affidabili di cui disponiamo sulla leggenda del paladino di Carlo Magno sono, precisamente, di carattere epico. Oltre alle figure dell’imperatore, lo stesso Orlando e i dodici pari, sono fondamentali in questa chanson de geste i personaggi del condottiero saraceno Marsilio e del traditore Gano (che cospira contro Orlando per invidia), quello di San Gabriele (che intercede in favore dei Franchi) o quello dei vasconi, conoscitori del territorio che tendono l’imboscata a Roncisvalle. Il romanzo cavalleresco di Orlando termina con la vittoria di Carlo Magno sui Saraceni e il processo di Gano.
Il manoscritto di cui ci occupiamo qui è una copia illuminata del secolo XIV, scritta in lingua romanza, franco-italiana, che apparteneva alla famiglia dei Gonzaga, duchi di Mantova, principi potenti, appassionati di arte e straordinari protettori; sia Mantegna che Pisanello erano pittori presso la loro corte. A partire dal secolo XVIII, il manoscritto divenne parte della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Le 407 immagini delle sue battaglie, di un vivido realismo che non esclude scene di aspra crudezza, sono senza dubbio il meglio dell’arte dell’illuminazione di quel tempo, grazie anche alla ricchezza e alla maestria mostrate nel trattamento del colore.
Le due grandi Chanson de geste, La Chanson de Roland e El Poema del Mio Cid, hanno ispirato lo stesso Cervantes nella sua opera principale, Don Chisciotte.